Stamane mentre mi accingevo a vestirmi, mi sono posta un quesito. Per la verità più di uno. Avete presente quella serie di dilemmi concatenati alla Ally McBeal? Dopotutto ognuno di noi ha il suo giorno da svampita no?
Il dilemma in questione è scaturito, appunto, mentre stavo per indossare un abitino di poche pretese. Vedrete più in avanti, quanto poche fossero davvero le pretese. Per farvi un'idea a 360 gradi, allegherò anche una foto del suddetto. Tale abitino, preso su una bancarella per pochissimi euro (giusto 6 mi pare) con etichetta made in Italy by Rossocapriccio, era a dire della venditrice ambulante, una rimanenza di negozio. Quindi stiamo parlando di un abito da Outlet, per usare un termine in voga. Nessuna indicazione sulla taglia, tessuto semielastico fitto, poliestere, testa di moro, smanicato, sagomato, scollo quadrato, un po' svasato sul fondo, lunghezza a metà gamba. Mi è piaciuto il prezzo e il modello. Me lo sentivo addosso. Una volta a casa, l'ho subito indossato. Mi calzava a pennello. Per dirla tutta, sembrava che fosse cucito sul mio corpo. Nessuna tensione, nessun punto stretto. Dopo le prime considerazioni ho pensato che prima di cantar vittoria dovessi comunque chiudere la lunghissima cerniera posta sul retro. La prima metà è stata una bazzecola. Dalle scapole in su cominciano a sorgere le difficoltà. Sebbene io sia una sportiva, di corporatura particolarmente elastica, ho dovuto compiere un azione smisurata per arrivare a fine corsa della chiusura. Sono sicura di esserci riuscita grazie all'eccessiva mobilità delle mie articolazioni. Vi assicuro che a meno che non si tratti di una ginnasta quindicenne, l'impresa risulta impossibile da compiere in solitaria.
Analizziamo la chiusura lampo, che così lampo non è. Circa 70 cm di zip, la cui fine arriva all'altezza della vertebra cervicale C7. Per chiuderla è necessario suddividere il movimento in due tempi. Il primo col braccio destro piegato dietro la schiena ,che spinge fino all'altezza delle scapole (sempre che vi riesca), e il secondo sempre col braccio destro, che passa dietro la schiena scendendo dalla spalla.
Vi assicuro che se non siete allenate non riuscirete. Potete però cimentarvi nell'esecuzione del classico esercizio di elasticità, delle mani che si toccano dietro la schiena. Per capirci cliccate su questo link. Un braccio che entra da dietro la spalla e l'altro che entra dal punto vita. Probabilmente dopo una settimana di allenamento riuscirete a chiudere la lampo.
Conclusa questa considerazione veritiera, si presuppone che se non siete, come dicevo prima, delle giovani ginnaste, dovete perlomeno essere sposate, o fidanzate o conviventi. E' necessario che viviate con qualcuno e che questo qualcuno sia in casa ogniqualvolta deciderete di indossare l'abito. Ovviamente il problema non si porrebbe affatto se foste Mc Giver, il quale troverebbe un ingegnoso sistema per indurre la cerniera a chiudersi con nonchalance.
E' qui che mi è sorta l'idea che la questione potrebbe facilmente essere
sposata da qualche femminista incallita, che addita ogni pretesto come
discriminatorio (alla condizione che lo stesso riguardi un ristretto numero di
persone senza poter essere esteso alla parziale totalità). Un abito taglia
40/42 per un corpo 90,66,91. Solo la pronuncia verbale di questi numeri,
potrebbe far gridare alla discriminazione, alla trasposizione della
figura della donna come oggetto.
Se a questo assunto aggiungiamo anche l'irragiungibile cerniera, verrà fuori il quadro di un mostro della produzione tessile all'ingrosso. Lo scempio del messaggio insito nelle forme di quell'abito, nell'affronto che palesa nelle sue dimensioni e nella sua fattura. Si tratta sicuramente di un abito discriminatorio che subliminalmente (ma non troppo) detta l'imperativo che a indossarlo può essere solo una donna dalla corporatura impeccabile, con un passato da ginnasta e un legame sicuro (tale da garantire la chiusura della zip). "Si!! E' assolutamente un' indecenza, direbbero i gruppi infervorati delle zitelle sciatte. "Un affronto selettivo ad opera dei grandi distributori di abbigliamento. "
Con questa considerazione concludo il mio viaggio paranoioco in salsa femminista e un po' svampita , e aggiungo :"Smettiamola di arrabbiarci col mondo e di dare la colpa agli altri per quello che siamo."
Con leggerezza , vostra kate.
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